Bellissima, maestosa, fiera, la Statua della Libertà è il simbolo di New York. Vista in centinaia e centinaia di film e serie tv, la visita alla Signora, come la chiamo io, non poteva che essere tra le prime tappe del nostro viaggio a Manhattan. Mi ricordo che quella mattina eravamo appena atterrati al JFK Airport.  Era poco dopo l’alba e subito con il taxi abbiamo raggiunto l’hotel. Posate le valigie e fatto una bella doccia, alle 7:00 eravamo già per strada verso Lower Manhattan per prendere il traghetto verso Liberty Island.

Dono dei francesi, come suggerisce il nome stesso, essa simboleggia la Libertà, ancora più marcata dalla presenza della fiaccola del fuoco di libertà eterno che tiene in mano. Dall’altra parte, invece, regge una tavola recante il giorno della liberazione americana (4 luglio 1776). Ai suoi piedi giacciono spezzate le catene, altro potente rifermento della libertà ritrovata. Sul capo, invece, la famosa corona a sette punte. Esse rappresentano i sette mari e sette continenti. Con l’acquisto di un biglietto direttamente ai piedi della Statua, è possibile visitarla anche all’interno, scalando i 356 gradini che conducono fino alla corona, adornata di vetrate dalle quali è si gode di una incantevole vista.

Il punto preciso dove prendere il battello si chiama Battery Park. Qui, con un unico biglietto si possono visitare sia la Statua della Libertà, sia Ellis Island. Durante il tragitto, abbiamo avuto una splendida panoramica su Manhattan. In quel momento ho percepito come se la città stesse ancora “dormendo” e noi avessimo il privilegio di vederla riposare quel quelle poche ore. Quando si parla della Statua della Libertà, tutti hanno bene in mente la sua raffigurazione, ma scommetto che la maggior parte non conosce tutti i dettagli che la caratterizzano e che la rendono una delle statue più famose al mondo.